Incravattati da “Repubblica”: piazze piene per le “Unioni civili”

Unioni civili come i PACS (unico cemento del famigerato Governo Prodi): Armi di Distrazione di Massa. Come le “Marce a piedi scalzi”, le mobilitazioni contro l’”Omofobia”, il “Femminicidio”… E, ancora una volta, migliaia di allocchi sono caduti nella trappola tesa da Repubblica, vera madrina dell’evento-must,  e hanno sfilato senza nessun problema insieme al PD e ai ministri del Governo Renzi. Per chiedere, per l’ennesima volta, una legge che si sarebbe potuta approvare già da anni se non fosse stata usata dal PD per distrarre da altre più pressanti questioni.

Meglio spiegarsi. In Italia, secondo l’Istat, convivono senza essere sposate (per convinzioni ideologiche, perché omosessuali, perché in attesa di una sentenza di divorzio…) più di un milione di persone, le cosiddette “coppie di fatto”. Per queste, inmolte nazioni, da anni, è stata trovata una sistemazione giuridica. Non in Italia dove queste coppie continuano a non godere di elementari diritti quali la reversibilità della pensione, la successione ereditaria, i congedi parenterali… Perché? Perché, sin dai tempi dei PACS la soluzione a questo problema la si è voluta cercare includendo una questione certamente spinosa: l’adozione da parte di un coppia omosessuale di  bambini. Il DDL Cirinnà (che, in teoria, dovrebbe essere convertito in Legge a giorni)permette surrettiziamente questa adozione limitandola “ad un bambino che vive in una coppia dello stesso sesso, ma che è figlio biologico di uno solo dei due, così come prevista dall’articolo 44 della legge sulle adozioni”; una formulazione, secondo glioppositori di questo DDL, che apre la strada allo “stepchild adoption”, ovvero alla pratica dell’utero in affitto, vietata in Italia, consentita in alcuni paesi esteri e che già è diventato un odioso “business” nel Terzo Mondo.

Come si vede, si tratta di un argomento delicato, che, tra l’altro, tira in ballo i diritti dei bambini. E che avrebbe dovuto consigliare di stralciare le adozioni (prevedendo per essi un accorto percorso legislativo) dalla ormai irrimandabile legge sulle Unioni Civili. Anche perché questa faccenda di “un figlio a tutti i costi” invocato da coppie di omosessuali maschi, nonostante l’enfasi data dai mass media, riguarda un davvero piccolo numero di persone.

Così non è stato. E la legittima richiesta di un milione di cittadini oggi senza diritti è stata trasformata in una guerra di religione e le mobilitazioni del 24 gennaio una riproposizione del Gay Pride. Perché? Perché, così come è stato per il caso del “razzista Salvini” (creato dai media) c’era bisogno di un nemico di cartone contro il quale compattare l’elettorato. Meglio ancora se questo nemico è rappresentato dal mondo cattolico vera zavorra sul percorso verso il “Partito della Nazione”. Il 30 gennaio, il prevedibile successo del Family Day spianerà la strada ad un referendum e, quindi, una vanificazione della legge sulle Unioni Civili. E non si parlerà d’altro nei prossimi mesi. Renzi ringrazia.

Francesco Santoianni

(articolo già pubblicato nel 2016 nel sito http://pecorarossa.tumblr.com/

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